Perché il Progetto MD?

La domanda me l'avete posta in tanti: perché hai scelto di pubblicare il romanzo on line anziché proporlo ad una casa editrice? Domanda più che legittima, naturalmente, alla quale sono pronta a rispondere ora che 93 lettori su 100 (dunque esattamente il 93%) hanno dimostrato un sincero e grande gradimento nei confronti della storia - cosa che a buon diritto può farmi credere di avere creato un buon romanzo e non mi farà passare da autoreferente :-)

Per rispondere, però, occorre che io vi offra prima una rapida panoramica dell'editoria italiana. A giudicare dalla gran messe di romanzi che proliferano tra gli scaffali delle librerie, saremmo portati a credere che farsi pubblicare un romanzo sia il lavoro più facile nel nostro Paese. In realtà, però, basta poco per rendersi conto di quale tipologia di romanzi troviamo:

a) romanzi di autori stranieri, che hanno infilato il best seller di turno;

b) romanzi di autori italiani già ben noti al pubblico;

c) romanzi di autori classici, gli evergreen;

d) romanzi di autori di riflesso, ovvero di personaggi famosi per altro (comici, attori, conduttori tv, calciatori persino, etc) che un giorno si sono detti <<che potrei fare stamattina, che mi sento annoiato? E se scrivessi un libro pure io? Tanto ho i miei fans che di sicuro se lo comprano!>>;

e) romanzi di autori esordienti/emergenti.

Fatta questa lista, andiamo di percentuale. Niente di complesso, in realtà, perché grosso modo le prime quattro categorie occupano il 95% per cento degli scaffali! Ovvero solo 5 scrittori su 100 di romanzi pubblicati in Italia sono emeriti sconosciuti per il grande pubblico. Si dice, inoltre, che grande parte di questo 5% non sia stato sconosciuto del tutto per il suo editore, grazie a una più o meno eccellente raccomandazione (tanto di cappello!).

Per un aspirante autore esordiente le porte delle grandi case editrici sono sbarrate - forse comprensibilmente? Quelle delle medie editrici sono ingolfate da migliaia di manoscritti proposti in lettura, a fronte di un numero basso di effettive pubblicazioni (la crisi c'è per tutti: pubblicare un romanzo altro non è che un investimento economico che richiede garanzie), con la conseguente alta frequenza di risposte negative.

L'alternativa praticabile sembrano diventare le piccole case editrici, molto molto meno schizzinose e caute grazie alla prassi del "contributo richiesto all'autore" (spesso monetizzato in termini  di acquisto di un buon numero di copie - di solito sopra le 100 - che poi l'autore dovrebbe provvedere a vendersi da sé), che in media si assesta sui duemila euro. Sorvoliamo sul contributo (a mio avviso un vero e proprio abominio), che poniamo possa essere sostenuto da adeguata disponibilità economica dell'autore. Quello che arriva dopo è l'inferno del povero pollo spennato sedotto e abbandonato: niente pubblicità, niente distribuzione, niente più rapporto! Agguantati i soldi, gli editori a pagamento pare che si smaterializzino, lasciando l'attonito autore esordiente nel deserto della desolazione. Pare che la fine di questo incubo sia la successiva comunicazione, alla scadenza dell'iniquo contratto editoriale, dell'avvio verso il macero delle copie giacenti, invendute per ovvi motivi, con correlata proposta di acquisto a metà del prezzo di copertina.

In questa apocalisse, quegli autori emergenti che riescono ad arrivare degnamente in libreria, con una visibilità reale, sono degli eroi o dei fortunati!

Ecco, poiché io non sono né un eroe né una prediletta, l'unica via per dare visibilità al Magnifico Demiurgo è stata quella che ormai voi conoscete. Almeno fino ad ora.

 

PS altra via per l'esordiente, naturalmente, sono i concorsi letterari, ma io non ne ho mai vinto uno :-)

PPS esiste ancora un'altra via, che è quella dell'autopubblicazione su siti come lulu.com. La vaglierò nei prossimi giorni e vi farò sapere!

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Commenti: 3
  • #1

    Daniele (martedì, 26 febbraio 2013 09:34)

    Potrebbe sembrare una necessaria selezione naturale, visto che almeno la metà degli Italiani pensa di essere uno scrittore geniale, ma qualcosa funziona davvero male se il tuo romanzo non è in libreria e invece ci sono quelli con le barzellette di un coatto!! Che desolazione.

  • #2

    ilmagnificodemiurgo (martedì, 26 febbraio 2013 19:18)

    Sì, è desolante, ma bisogna industriarsi a perseguire le proprie ambizioni, no?

  • #3

    Laura (mercoledì, 27 febbraio 2013 22:03)

    Non ci posso credere che un romanzo come il tuo non venga pubblicato e invece poi altri che non sono buoni nemmeno per sostenere un tavolo zoppo dilaghino in libreria!